BLOG DI DIS-IN-FORMA-@ZIONE
Informazioni personali
lunedì 20 febbraio 2012
ITALY
Bagnata dal suo mare, chiusa tra lembi di terre ostili,
giace l'Italia più bella, musa ispiratrice di artisti e culla di civiltà che echeggiano ancor alla voce di Roma caput mundi.
Perduta nei tralci delle viti, sui secolari colli, perduta Italia echeggiando vai per l'Europa gelosa che vuol solo spogliarti.
Ataviche virtù , riecheggian nell'aura e ancor oggi il cor batte al suon dei tuoi talloni, dove il forte coraggio si mescolò al sacrificio , e sull'alma dei posteri leggiam l'effige di porta Garibaldi, rimossa dal vil potere : "Qui sull'orme del nome nemico,il ferro della italica gioventù incise le vittorie comensi" MDCCCLIX
Luci di fuoco, istanti senza immagini, specchi senza riflessi, volti senza confini, corpi consumati, mani distese che accarezzano il grigiore dei nostri sguardi, colline senza perchè, senza limiti, perdersi nella notte, aspettando il crepuscolo... schhh...silenzio!
Qui giace la perseveranza,
qui giace il ricordo dei giorni trascorsi al sole ,
qui giace il sogno,
qui giace il volo degli dei,
qui giace l'ansia, il respiro affannoso, il battito accelerato,
qui giace il tutto.
lunedì 6 febbraio 2012
sensazioni olfattive ... di Henry Miller
opera artistica di Tamburro |
Quello che vi offro da leggere , è un interessante passaggio dello scrivere di Henry Miller ,e del come sa descrivere molto bene, particolari e sensazioni olfattive della nostra mente , molte volte dimenticate tranne lu pilu...
Buona lettura .
tratto dal libro di Henry Miller "tropico del capricorno":
"All'angolo c'era la bottega di Paul Sauer, dove si ammucchiavano fin per strada le pelli grezze e le pelli conciate; puzzavano terribilmente. E poi l'odore acre che veniva dalla fabbrica di latta dietro casa come l'odore del progresso moderno. L'odore di un cavallo morto, che è quasi insopportabile, è sempre mille volte meglio dell'odore di una combustione chimica. E la vista di un cavallo morto con una pallottola nella tempia, la testa in una pozza di sangue e il buco del culo che erompe nell'ultima evacuazione spasmodica,è pur sempre miglior spettacolo che la vista di un gruppo di uomini in grembiale azzurro quando escono dall'arcata della fabbrica di latta con una carriola carica di lingotti di latta nuova.
Per nostra fortuna c'era un forno davanti alla fabbrica di latta, e dalla porta sul retro del forno potevamo guardare i fornai al lavoro e goderci l'odore dolce, irresistibile, del pane e delle focacce. E poiché, come ho detto, mettevano la conduttura nuova, c'era un altro strano miscuglio di odori- l'odore della terra appena smossa, dei tubi di ferro marciti, del gas di fognatura, e del pane con la cipolla che i braccianti italiani mangiavano addossati ai mucchi di terra smossa. E naturalmente c'erano altri odori ancora, ma meno forti; come per esempio l'odore della sartoria di Silverstein dove stiravano di continuo. Era un tanfo caldo, fetido, che meglio si capirà pensando che Silverstein, un ebreo magro e puzzolente anche lui, ripuliva le scoregge che i clienti avevan lasciato nei calzoni. La porta accanto era la cartoleria, dove vendevano anche dolciumi: proprietarie due stupide vecchie zitelle, religiose; qui c'era l'odore, quasi vomitevole, del caramello, delle noccioline, delle gelatine di frutta, dei Sen-Sen, delle sigarette Sweet Caporal.
La cartoleria era come una bella grotta, sempre fresca, sempre piena di oggetti enigmatici; accanto al sifone del seltz, che dava anche lui un suo odore caratteristico, correva una spessa lastra di marmo, che d'estate s'inacidiva, eppure l'acido si mischiava al resto gradevolmente, l'odore un po' instabile, secco, dell'acqua gassata quando schizza nel bicchiere del gelato.
Coi progressi che accompagnarono la maturità svanirono gli odori, a uno a uno li sostituì l'unico altro odore distintamente memorabile, distintamente gradevole: l'odore della fica. Più particolarmente l'odore che resta sulle dita dopo che si è giocato con una donna; infatti, se qualcuno non l'ha già detto prima, questo odore è anche più gradevole, forse perché già porta con sé il profumo del passato, piuttosto che il profumo della fica in quanto tale. Ma quest'odore, che appartiene alla maturità, è lieve paragonato agli odori che si legano alla fanciullezza.
È un odore che svapora, rapido sia nell'immaginazione che nella realtà. Puoi ricordare tante cose della donna che hai amato, ma è difficile ricordarne l'odore della fica con un qualche grado di certezza. L'odore dei capelli umidi, all'opposto, dei capelli umidi di donna, è molto più possente e durevole il perché non so. Ricordo ancora, a distanza di quasi quarant'anni, l'odore dei capelli di mia zia Tillie dopo che s'era fatta lo shampoo.
domenica 5 febbraio 2012
tommy sulla neve punta una cagnolina...
Tommy puntava la cagnolina infreddolita , attenta a tutto quel che ella faceva, immaginava oltre limiti di poter passeggiare insieme a lei, annusarle il sedere, lasciarle qua e là segni del suo passaggio.
sabato 4 febbraio 2012
martedì 31 gennaio 2012
Schettiniamoci per non affondare in luoghi comuni
"Esaltazione della città"- realizzazione 2012 del pittore V.Moretti |
Leggendo Henry Miller "Tropico del capricorno" , pubblicato a Parigi nel 1939, mi imbatto in quelle stranezze che trasformano gli italiani in personaggi noti per particolari fatti di cronaca o per stranezze metropolitane che si ritrovano in letteratura, e mi spiego meglio riportandovi un breve passaggio nel libro : "ha settant'anni ormai e si accontenterebbe di qualunque cosa. Ha lettere di raccomandazione meravigliose, ma noi non possiamo prendere nessuno sopra i quarantacinque. Quarantacinque a New York è il termine massimo. Squilla il telefono ed è un mellifluo segretario dell' YMCA. Potrei far eccezione per il ragazzo che è appena entrato nel suo ufficio - un ragazzo che è stato in riformatorio per un anno circa? Cosa ha fatto? Ha cercato di violentare sua sorella. UN ITALIANO ,NATURALMENTE. ..."
Questa immagine italiana, oggi è ancor presente con risatine e associazioni di immagini alle ben note vicende del Concordia . L'essere paragonato al comandante Schettino è indice di incapacità e leggerezza all'italiana.
E proprio come direbbe Emilio Fede:"che figura di mer..", dobbiamo riconoscere che il nostro il nostro savouir faire non ha molto successo.
giovedì 26 gennaio 2012
assenzio
apologia del corpo, mescolanze cosmiche, emozione del nulla, cenere sui corpi, particelle senza tempo, colpi di spazzola,
soggetti senza predicato-re, dissonanze,
attrazione fisica, perdita della memoria.
Solitudine di massa, immagini riflesse nella memoria, desiderio di assenzio, alexander platz, città sotto assedio, a testa china, paura di amare, inebetiti e stanchi di guardare, cuffie in ascolto, marcia senza scarpe, disarmati e offesi.
Lotta senza quartiere,
quartieri senza lotte.
Nulla di nuovo, restiamo a guardare.
mercoledì 25 gennaio 2012
dissezioni,sottocultura delle immagini
dissection #2 |
L'immagine distorta come elemento di contaminazione,disgregazione di corpi macilenti, deformità e sottocultura delle civiltà, congestione delle immagini
trasformazione delle emozioni in immagini recalcitranti, eccessi dei corpi , movimento nel Maelstrom, voragini di cristallo, chirurgie dei corpi
staticità dei corpi , moltiplicazione seriale, stratificazione sociale, decessi, eccessi, pandemiche evoluzioni del nulla, esaltazione della foresta ,quale, pensieri, istanti, tagli osservazione estinta
mercoledì 18 gennaio 2012
America's
Ti saluto America di Mariolina Eccher Zanella
..
Ti saluto America con la mia voce d’Europa
con il corpo ed il pensiero di un continente
che ti fu madre e padre stupito
che fu sposo inebriato alla tua verde carne offerta
che ti fu assassino negli occhi d’oro di Montezuma
e stupratore alla tua innocente bellezza.
Secolari maree dell’Atlantico hanno levigato le tue radici
hanno cristallizzato i piedi dei tuoi scopritori
hanno fatto di te il gigante del grande occhio possente.
La ricca geometria della tua terra
consegna il corpo in due oceani golosi di dollari e di potere.
Cemento verticale cresce come ameba divorante
nelle tue lunghissime braccia.
Ingiusta America con la faccia gemella del tuo sud.
Foreste d’ossigeno e arterie di fiumi.
Fu civiltà viva l’arcobaleno che stringe la pietra inca
fu piaga e fucile il tuo schiavo, divorata la freccia india e la penna.
Ed è urlo di uomo questo immenso spazio
ed è tuo il dito che spalanca l’ombrello atomico nel cielo.
Come astri brillano le cellule smembrate di Whitman
il poeta della tua forma.
A quale uomo giusto fu consegnato
il dubbio della decisione e della salvezza
dove ora condivide la sua calda carne con la terra del futuro
quale riposo eterno gli è stato concesso
quale vivificante resurrezione .
Ingiusto uomo del pianeta.
Abbiamo cantato tutte le conchiglie e i minerali
e tutti gli uccelli del cielo
e tutte le specie degli esseri viventi
e abbiamo cantato la speranza
e abbiamo contagiato la sciagura e l’orrore
e abbiamo ucciso la saggezza
ma inevitabile corre l’acqua della terra
verso il punto fermo della vita.
Lucente Rio Negro,Urubamba impetuoso di tropicale calore,
Rio delle Amazzoni primogenito
la bellezza cambiò nome e divenne fiume
e violenza di sapore nei frutti
e si confuse la giada peruana con tutti i verdi della terra
e lievito di sole diede il rosso iniziale al fiore del banano.
Magica Puno, il tuo carnevale è un girotondo dell’universo.
Pietra sacra al Condor.
Si asciuga la pioggia sul mio corpo
si confondono i secoli suddivisi nelle razze e nelle religioni.
Crudele e forte l’uomo, sempre eguale al suo modello.
Dubbio ancestrale, carne nelle arterie,
qui mi inginocchio e qui si fa chiaro,
qui termina il buio del cuore
qui il tempo di tortura nella spietata ricerca.
Tutto si apre e risplende, tutto prende forma e luogo.
L’agave quando fiorisce muore
e la notte originaria si spalanca sull’alba dell’anima mia.
Nascono fiori menti nell’orchidea selvaggia
un fiore si fa lampo e si snoda nello strisciare del boa
capovolto e inservibile lo scorpione ucciso.
S’invola dall’altezza del tempio l’attimo della mia chiarezza
e si stabilisce l’ordine delle mie solitudini
perfette come giri di pianeti
liane aggrappate al cielo
dove ferme stanno le iniziali della mia genesi.
POSTFAZIONE:
Non capita a tutti avere in famiglia una poetessa.
La scorsa domenica dopo pranzo abbiamo potuto riascoltare questa bellissima poesia ,scritta dopo un viaggio in America. Non sono mancati aneddoti e imprevisti che ci hanno fatto sorridere.
Ne approfitto per invitare due nostri amici alla lettura, pronti a partire in viaggio di nozze proprio in quelle terre.
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